Prefazione, di Rossana Becarelli
"Ho sperimentato personalmente il Tocco Armonico. Mi è accaduto una sera, quando ormai era sceso il crepuscolo: in ospedale le luci del reparto erano basse e regnava il silenzio.
Non posso dimenticare l’emozione che ho provato allora, in un luogo a me tanto familiare di giorno, e che in quel momento appariva del tutto diverso, spento ogni rumore e finita la concitazione dei gesti tipici dell’emergenza.
Distesa come una qualsiasi paziente su un normale lettino da visita, ho cominciato a fidarmi di mani che possedevano una piena comprensione del mio corpo e della mia sofferenza. Sotto un tocco impalpabile, quasi immateriale, che solo sfiorava cute e tessuti, si allentava il blocco muscolare che aveva a lungo impedito il movimento causandomi un penoso e prolungato dolore. Era come se fra i miei muscoli irrigiditi e quelle mani fosse cominciato un dialogo, un chiarimento sulle ragioni - ragioni antiche e recenti -della loro “impuntatura”: poco alla volta sentivo che i miei muscoli lasciavano andare il loro risentimento e che potevano darsi e dare pace. Dopo un’ora di trattamento il dolore era completamente scomparso, lasciandomi finalmente libera di respirare e di camminare.
Dalla medicina high tech alla futura medicina high touch
Mi è sembrata un’esperienza “magica”, come magico era l’ospedale quieto e silente in cui il miracolo si era in cosi breve tempo compiuto.
Questa tecnica, del cui effetto sono stata prima diretta e poi indiretta testimone - attraverso i numerosi pazienti che hanno tratto giovamento dal Tocco Armonico - costituisce una risposta sostanziale all’esigenza che sempre più emerge di (ri)umanizzare le cure passando dall’attuale medicina high tech all’auspicata futura medicina high touch.
Secondo la riflessione epistemica oggi in atto, è necessario e urgente ristabilire l’accordo fra due entità che mai avrebbero dovuto separarsi - cura e umanità - e per farlo la medicina dovrebbe recuperare proprio la pratica del tatto e del contatto fra operatore e paziente.
Importanti studi epidemiologici nordamericani hanno dimostrato infatti che la relazione interpersonale e il contatto, articolato in verbale e tattile, producono i migliori effetti sia nella cura sia nella prevenzione con consistente riduzione dei costi generali della sanità in termini di morbilità e mortalità, nonché dei costi indotti dalla malattia, come l’assenteismo o la perdita della capacità lavorativa.
"L'alleanza terapeutica"
Dopo tanti anni di saturazione tecnologica che ha avuto come conseguenza il continuo inasprimento del contenzioso medico-legale fra pazienti e medici, ma anche l’inaspettata esplosione del logorio lavorativo fra tutti gli operatori della sanità (il noto fenomeno del burnout), la medicina ha un grande bisogno di ritrovare il contatto perduto.
E se questo vale per i pazienti è vero anche per i professionisti sanitari dal momento che l’esito di ogni cura dipende dall’“alleanza terapeutica” fra curanti e curati.
Le ricerche di Enzo D'Antoni e Erika Mainardi
Enzo D’Antoni, ideatore del Tocco Armonico, ed Erika Mainardi, sua stretta e preziosa collaboratrice, hanno condotto in parallelo pratica e ricerca in vari ambiti assistenziali.
I risultati sul piano clinico sono stati rapidamente entusiasmanti: pazienti non più rispondenti ai farmaci oppiacei, ultimo rimedio conosciuto nella terapia antalgica occidentale, con il Tocco Armonico hanno avuto sollievo da dolori incoercibili, ritrovando il sonno e una accettabile qualità della vita.
Oggi, attraverso numerose iniziative di formazione, la pratica del Tocco Armonico viene trasmessa ad altri operatori ed è diventata ormai parte di percorsi curriculari universitari in medicine complementari.
In questo libro, dalla documentazione estesa ed estremamente rigorosa, gli autori presentano la tecnica del Tocco Armonico e giungono a spiegarne l’efficacia esplorando differenti paradigmi di conoscenza del corpo, soggiacenti alle diverse culture mediche del mondo intero.
La nostra costituzione fisica può essere studiata a livello biologico, chimico, biochimico, biofisico. La Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) permette una sufficiente comprensione del Tocco Armonico secondo i principi della medicina occidentale, ma sono soprattutto le medicine orientali, con i loro modelli di flussi energetici, a fornire le basi più convincenti per capire in che modo la “tattilità intenzionale” agisca sul dolore fisico e psichico.
Scendendo al livello biofisico, che riguarda i subcostituenti atomici delle cellule, il nostro corpo mostra di funzionare come un complesso di circuiti elettrici ed elettromagnetici i quali non sono limitati all’individuo, ma collegano fra loro altre entità vitali sia nell’immediata prossimità che a grande distanza.
Sono probabilmente proprio queste strutture reticolari di connessione globale, intra ed extracorporee, che vengono attivate dal Tocco Armonico, rendendo così conto dell’azione reciproca che sempre si instaura fra operatore e paziente quando questo Tocco viene esercitato.
Interrogato con intelligenza paziente, il corpo parla come un libro anzi, poiché gli strati geologici che lo compongono sono innumerevoli, come un’intera biblioteca.
Spesso la prima e sola serratura per entrare in comunicazione è proprio il sintomo doloroso, anche se la sua causa non è univoca e neppure esclusivamente meccanica come per lunghi anni ha voluto credere la medicina.
A monte di un dolore acuto e localizzato, vi sono flogosi, accumulo di acido lattico, reazioni antalgiche di controllo. Al di là vi si possono riconoscere flussi energetici bloccati, deviazioni disfunzionali di campi elettromagnetici.
A volte, ancor più sotto, si celano antiche e obliate memorie, fantasmi del passato, simboli da interpretare.
Sarebbe riduttivo credere che, per risolvere le complesse questioni implicate dai processi di cura, bastino un contatto superficiale o un fuggevole abbraccio.
Al contrario la tattilità richiede intenso ascolto e intelligenza dell’altro che si conquistano attraverso un’assidua disciplina interiore capace di rendere le mani del terapeuta simili ad antenne altamente sensibili e pienamente consapevoli.
Lo sviluppo di "sensi stra-ordinari”
Il Tocco Armonico sviluppa in chi lo pratica “sensi stra-ordinari” e dà chiavi per aprire serrature sigillate da tempi immemorabili.
Sotto le mani esperte degli operatori del Tocco Armonico, il corpo del paziente si trasforma in un tappeto delle Mille e una notte, intessuto di disegni arcani aggrovigliati e scomposti, ma sempre pronto di nuovo a volare.
Il terapeuta riconosce uno ad uno i fili che compongono il disegno indecifrabile, li ripercorre fino al nodo che saprà districare per restituire al disegno il suo senso compiuto e ritrovare così la perduta intrinseca bellezza.
Occupandomi da molti anni di pratiche di umanizzazione della medicina, ritengo che il Tocco Armonico rappresenti ciò che Heidegger intendeva per “cura”: l’esperienza essenziale per la coscienza dell’Essere.
Come individui sofferenti, non possiamo che essere grati a Enzo ed Erika per il sollievo che sono stati capaci di portare al dolore attraverso la pratica del Tocco Armonico.
Da studiosi e ricercatori, la lettura del libro sarà un’avvincente avventura.
E quando avrete finito di leggere, vi auguro di provare almeno una volta questa appagante emozione."
Rossana Becarelli